Sette anni: il Laila, il NOF e noi

di Saverio D’Eredità

Sette anni fa, il Laila Peak è entrato nelle nostre vite prendendo il posto della nostra innocenza. Non tanto perché fossimo più giovani e nemmeno perché fossimo così ingenui da pensare di essere immortali. Ma, questo è certo, qualcosa in noi è cambiato. Il giorno in cui il Laila è entrato, trasformandosi dal sogno della cima più bella alla cruda realtà di una notizia secca ed inappellabile, si è portato con sé anche una certa consapevolezza. Il giorno in cui abbiamo capito che Leo, il più bambino il più entusiasta di tutti, non sarebbe tornato ecco, forse quel giorno tutti siamo diventati un po’più grandi. Ma non meno innamorati.

Poteva finire tutto, e invece non è stato. Potevamo rimanere lì, attoniti come quando ricevetti il messaggio, sentire quella brezza leggera che sembrava soffiare sulle cose di colpo finire lasciando un vuoto, un silenzio, un non sapere cosa dire. Un mese dopo o poco più, ricordo bene, eravamo al Gilberti, sempre lì dove c’eravamo lasciati, pronti a riprendere il filo delle cose. Non come se nulla fosse stato, ma proprio perché qualcosa c’era stato. E toccava a noi alzarsi da quella pietra e andare avanti.

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Nevee Outdoor Festival 2018

di Saverio D’Eredità

Quando si parla di bambini, gli anglosassoni usano definire le fasi della crescita con alcuni nomignoli. E possiamo dire che anche per il Nevee Outdoor Festival siamo arrivati ai ben noti “terrible three”, i terribili tre. Tre come gli anni di vita di questa manifestazione, ma sarebbe meglio chiamarla festa, che celebra Sella Nevea, le Giulie tutti gli sport “alpini” e non in tre giorni tra le pareti, gli abissi e gli spazi del Canin.

Il NOF è una realtà, ormai da alcuni anni. L’impegno degli organizzatori è spesso invisibile, sebbene tangibile ogni qualvolta mettiamo la nostra corda in catena o troviamo un percorso attrezzato con tabelle e segnalazioni. Dopo tre anni crediamo si sia dimostrato – e anche molto bene – come questo modello di sviluppo delle nostre montagne possa essere vincente e soprattutto aggregante. La strada da intraprendere è stata individuata e crediamo meriti ascolto ed attenzione. In quest’ultimo mese tra Arrampicarnia e NOF si è dimostrato come mettere al centro le attività sportive possa non solo attirare visitatori, ma anche indicare in che direzione (civile, ecologica, inclusiva) si possa frequentare la montagna.

Anche quest’anno il NOF ritorna con entusiasmo, arricchendo il programma di svariate attività dai boulder tracciati con attenzione e pazienza dai ragazzi del Nevee, all’arrampicata sportiva (anche per chi inizia), la speleologia, la mountain bike e…lo scialpinismo. Il patrimonio di innevamento del generoso inverno 2017-2018 ci ha lasciato un bel nevaietto in Prevala dove sarà offerta la possibilità di uno ski-test fuori stagione, mentre tutt’attorno tra slackline, acro yoga e musica non ci si annoia di certo.
Si parte stasera, alle ore 20 presso il Centro Polifunzionale di Sella Nevea con la conferenza “Alla scoperta delle Alpi Giulie: incrocio di parchi, di genti e di animali” in cui interverranno il direttore del Parco Prealpi Giulie Stefano Santi e ricercatori dell’Università di Udine (ricordiamo infatti che buona parte delle attività del NOF si svolge nella pregevole area del Parco). A questo seguirà la conferenza di un personaggio che in un certo senso riassume lo spirito del NOF, Michael Kemeter, un “outdoor-man” a tutto tondo: highliner, climber, base jumper…personaggio eclettico e irregolare, molto interessante e da scoprire.
Domani, sabato 21 luglio ci si disperderà tra macigni, forre e falesie dell’altipiano del Canin per poi trovarsi tutti al Gilberti per il concerto e la presentazione (alle ore 18 presso il Rifugio Gilberti) della nostra guida “Alpi Carniche Occidentali” (ultima occasione!) in cui introdurremo anche il lavoro sulla prossima edizione dedicata alle Giulie.
Infine via alla Romboss Fest.  Una festa dedicata al nostro amico Leonardo Comelli, ispiratore del NOF e il cui spirito rimane sempre presente tra noi, tutte le volte che attacchiamo una parete o ci apprestiamo a scendere con gli sci. C’è sempre una battuta o una “cagada” di Leo da ricordare.Facciamone un’altra Leo

Si chiude domenica con la Canin Sky Race, l’escursione naturalistica con le guide del Parco e tutte le attività che vorrete fare attorno al Gilberti e non solo.

Il programma e tutte le info sono disponibili qui https://neveeoutdoorfestival.com/

Cattura

“Amici per sempre” – nuova via sulla Nord della Cima Verde

di Saverio D’Eredità

Prendi l’auto e vai in una valle, una valle che conosci da sempre e di cui credi di sapere già tutto. Guarda in alto le pareti. Cosa ti viene in mente? Non pensarci, non serve. Lascia che te lo dicano loro. Soltanto guardale con occhi nuovi. Non cercare niente. Dimentica tutto, butta all’aria, libri, tracciati, riviste e consigli. Trova e basta. Il segreto è tutto lì. Lasciati stupire.

La Nord del Montasio sovrasta la Saisera con la sua architettura squadrata e severa. È forse la più cupa e incazzata nord di tutte le Giulie. Non c’è un solo metro di parete che conceda qualcosa all’occhio dei cacciatori di linee. Continua a leggere

Sogni, incubi e quella cosa inutile

di Enrico Mosetti
Ci sembrava quella notte dovesse durare per sempre.
Usciamo di casa nel gelo di Sella raccontandoci i rispettivi sogni e incubi di una serata, forse pure quella, conclusasi con diverse bottiglie vuote a rinfoltire la collezione sul terrazzo.
Sogni ma sopratutto incubi. L’incubo di un bambino giallo in una casa maledetta.
Nel giro di pochi minuti lasciamo il furgone sulla sterrata gelata e ci inoltriamo nel sottobosco alla ricerca, circondati da un mondo scuro  e luccicante cristalli di luce, di quel canalone che dovrebbe dare accesso alla nostra parete.

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Facciamone un’altra Leo

 

di Saverio D’Eredità

Stavo scrivendo dei pezzi, dei pezzi per comporre un ritratto dell’inverno che se ne stava andando. In realtà se ne era già andato, l’inverno, anche se stentavo ad ammetterlo. E poi voi eravate partiti per il Pakistan, per il Laila, quindi virtualmente la stagione non si poteva dire finita. Stavo scrivendo dei pezzi in cui volevo parlare di neve, di montagne, di amici, di tutte quelle trame che si intrecciano in maniera imprevedibile, proprio come la composizione dei cristalli di neve in base alla temperatura, all’umidità, al vento e a quel “non so che” che rende la neve per metà un fenomeno fisico e per metà un mistero. Continua a leggere