Soddisfazioni di lunga durata

Sono disteso sul divano, stanco anzi stanchissimo, ma con un sorriso indelebile stampato sul volto, chissà se potrebbe apparire come un sorriso felice, sornione o ebete

… So di certo che è il sorriso delle soddisfazioni di lunga durata, quelle che puntualmente arrivano a scoppio ritardato ma che si imprimono addosso come un tatuaggio. La laurea conseguita il massimo dei voti, l’aver salito il Gran Capucin con Enrico, la prima guida alpinistica nella vetrina di una libreria del centro, le lunghe giornate esplorative con Eugenio…

Spesso mi ripeto che Il presente andrebbe vissuto qui ed ora, senza regalare tempo prezioso ad un passato che non tornerà o ad in futuro di cui nessuno può aver certezza; ma ci sono giornate che appartengono a riti di passaggio in cui il presente è effimero.

Ore 8.00 di un sabato di aprile, inizio a “pellare” verso il monte Plische alla ricerca del primo firn primaverile che, puntuale, mi regalerà una discesa di gran soddisfazione con annessa tintarella, disteso sulla panca del rifugio Battisti a fine gita. La primavera è iniziata e come ogni anno porta con se la possibilità di passare dagli sci alle scarpette in meno di 24 ore. Tanto che la mattina successiva mi ritrovo, su polvere di cristalli, a cercare di interpretare le enigmatiche placche di granito sospese sopra il torrente Vanoi; esperienze uniche nel loro genere, ma inesorabilmente la testa è già li, centinaia di chilometri a a sud est.

Olè!
Olè! finalmente sui calcari balcani

Finalmente 30 ore dopo il tiepido sole dei balcani illumina il primo tramonto di questi giorni esplorativi che mi aspettano. Non esistono certezze in queste giornate, nonostante google earth, foto e “sbinocolate” attente e curiose, sei sicuro di quello che hai trovato solo dopo averlo stretto, calpestato, respirato. Le attese sono puntualmente ribaltate nel bene e nel male

roccia non toccata non va giudicata

, ma quando l’inatteso si palesa sottoforma di centinaia di metri di calcare vergine , allora ringrazi madre natura che ha tenuto sospesa nel tempo e lontano da occhi indiscreti quella parete fatta di buchi e rigole; permettendoti il lusso di essere lì a decifrare per primo il rebus di appigli per salire. Ere geologiche di attesa e poi in poche ore tutto cambia.

Il silenzio è rotto da un grido proveniente dal basso

Italianaski!!

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Un piacevole sorpresa….

Mi viene da ridere ad immaginare cosa potrà aver pensato quel simpatico e corpulento signore nel vederci appesi per il secondo giorno di seguito sopra la sua testa. Chissà se racconterà ai suoi amici di cosa vengono a fare due pazzi italiani fino a li, ai confini di una terra slava che porta nei suoi paesaggi disegnati da un abile mano il segno di imperi romani ed ottomani, di galee veneziane, di domini asburgici e di folli azioni di una guerra inventata a tavolino; ma soprattutto di una dura pietra calcarea che attraversa il tempo per farci godere oggi, il lusso dei primi. I primi ad immaginare linee rosse sulle pareti, i primi a muovere le ghiaie per arrivare alla base, i primi a toccarne i fianchi.

In questi momenti di tempo sospeso il qui ed ora si palesa, ogni momento è unico ed irripetibile e noi ne succhiamo fino in fondo la sua linfa vitale.

Ore 8 del sabato successivo, da qualche parte qualcuno starà vivendo un nuovo rito di passaggio, forse in qualche bucolico villaggio … io dormo beato nel mio letto sento il profumo delle lenzuola pulite e quel sorriso stampato in volto, duro a morire.

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