In cielo

di Carlo Piovan

Uno

Corri e non fermarti

Seguo alla lettera le istruzioni che mi giungono perentorie da dietro, se i primi dieci passi mi trasmettono già la sensazione di andare verso un salto nel vuoto, i successivi mi negano prepotentemente questa sensazione, come se qualcuno da dietro mi tirasse con forza, mi oppongo e corro ancora più forte tirando come un mulo quasi non avessi altra via di scampo che lanciarmi nel vuoto, quasi fossi inseguito da un nemico invisibile.

Due

Una frazione di secondo, ed  accompagnato da un rumore di stropicciamento di tele e corde, il vuoto mi manca sotto i piedi e qualcosa mi spinge verso l’altro.

Tre

Volo! sono in Volo! . Come avessi superato la porticina di Alice, mi ritrovo in un mondo completamente nuovo che rimette in discussione i solidi principi di prospettiva, dimensione e materia acquisiti nel mondo da cui provengo. Quello che fino a pochi minuti prima era un vuoto trasparente senza apparente morfologia, ora assume incredibilmente forma e mi appaiono davanti nuove geografie. Non sono più gli occhi ad essere il senso principale attraverso cui ci si orienta. Il vento percepito sull’epidermide ritorna una forma immaginaria a questi luoghi della troposfera. Nuvole, correnti, flussi, termiche sono i toponimi di nuove morfologie che scopro virata dopo virata.

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In volo

Una nuova realtà da esplorare, mi ripeto con entusiasmo, per quanto ogni tanto venga attratto dalla visione De Barbariana della “terraferma” la mia curiosità è attirata dall’alto da questo mondo in cui la pelle del viso è molto più utile degli occhi, nuovi luoghi in cui tutto è più leggero e per una una volta salire in alto non costa fatica.

“Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo… perchè là siete stati e là vorrete tornare”
Leonardo Da Vinci
 

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