Giocare d’anticipo: ricognizione nel circo del Cristallo

di Saverio D’Eredità

La vostra voglia di polvere è davvero irrefrenabile? Avete passato un’intera estate a sognare linee effimere e soffici discese? Vi siete sciroppati ore ed ore di filmati di sci ripido e freeride all’insaputa dei vostri cari? E ora rivedete il teaser de “La Liste” in loop in attesa della prima nevicata? Sappiamo tutto, amici nivofanatici. Vi abbiamo osservato, studiato i vostri movimenti nei negozi e spiato le conversazioni. Al Rampegoni team non sfugge nulla, nè d’estate nè d’inverno. Consapevoli dei vostri problemi psicologici, già su queste pagine analizzati nella versione estiva  (vedi Sociopsicopatologia dell’alpinista medio) abbiamo deciso di farci carico di questo gravoso onere e solo per voi, lettori di Rampegoni blog, abbiamo caricato gli sci in spalla andando a verificare sul posto l’unica cosa che ci interesserà davvero da qui a maggio: le condizioni!

L’importante è quindi giocare d’anticipo. Sarebbe stato troppo facile precipitarsi in loco a cose fatte, quando magari già un paio di nevicate hanno dato il là alla stagione. In questo caso abbiamo quindi riunito la miglior “crew” possibile di professionisti dell’Alpe, dirigendoci con grande determinazione verso uno degli altari dolomitici dello sci, dove la sublime arte dello scivolamento si predica in tutte le sue possibili declinazioni, dal classico al ripido.

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Avvicinamento in Val Fonda

L’agguerrita pattuglia ha quindi caricato gli sci sullo zaino inoltrandosi nella sassosa Val Fonda verso il Circo del Cristallo, meglio noto come il freezer delle Dolomiti Ampezzane. La motivazione viene mantenuta molto alta lungo tutto il pietroso avvicinamento sul fondo del canyon, con la nostra Guida di fiducia in testa. Motivazione che non viene meno nemmeno nel più classico degli incrodamenti tra mughi aggressivi, complice un piccolo franamento della riva sinistra del vallone. Non ci intimoriscono venti minuti persi a divincolarci nella giungla di mughi e con passo deciso riprendiamo la marcia.

La Val Fonda in questa veste parrebbe uno di quei misteriosi solchi visibili sulla faccia nascosta della Luna. Un paesaggio irreale ci circonda, dove la neve si lascia desiderare e vuole che la si guadagni con ostinazione. I canali che si aprono a raggiera, impreziosendo le tozze pareti del Cristallo lasciano già intuire le loro linee ideali e non fanno che aumentare il desiderio di provarci, almeno, a puntare le tavole.

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Superamento del Salto

A quota 2000 la neve compare decisa e ci permette finalmente una camminata spedita verso la porta d’accesso al circo del Cristallo: il canale che normalmente si percorre d’inverno presenta un interessante flusso ghiacciato che – se avessimo avuto voglia di caricarci anche di picche e corde – avrebbe reso ancora più completa la gita. Dobbiamo invece optare per l’approccio estivo lungo un canalino franoso con resti di opere belliche. Si cambia quindi assetto e messi i ramponi ci divertiamo a scaldare le punte sulle roccette friabili. Un ultimo delicato passo su misto con lancio su cavetto al tetano rende elettrizzante l’uscita: infine mettiamo piede nel maestoso circo glaciale.

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Circo del Cristallo

A dire il vero avevamo scommesso – con un po’di azzardo – sul verificarsi di condizioni molto particolari: ovvero che il “salto” fungesse da linea di demarcazione tra un grigio autunno e un bianco e polverosissimo inverno. Tuttavia dobbiamo subito constatare che la pioggia ha imperversato fino a quote ben superiori ai 2100 e quindi ci troviamo a camminare sopra una crosta portante gelata. Sotto la quale, ovviamente, c’è un bello strato di polvere!

Ci facciamo coraggio considerando che questo fungerà da eccellente fondo per le prossime (sospiro) grandi nevicate e con pazienza rimontiamo i dolci pendii iniziali, calcando con piede leggero le sottili croste di rigelo. La polvere tarda a fare la sua comparsa cosicchè sperimentiamo varie opzioni di risalita su crosta…

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Verso il Passo del Cristallo

Tanta volontà non potrà che essere ripagata, come in tutte le migliori storie a lieto fine. Proprio quando stavano per crollare tutte le nostre certezze nivo-meteorologiche (ma quanto in alto può aver piovuto!) sentiamo le nostre tavole vibrare al contatto con una superficie sempre più morbida e leggera. A quota 2500 la nostra gita prende una piega finalmente piacevole: valutiamo però che addentrarsi nel Canale di Mezzo risulterebbe oltremodo lungo oltreché quasi impossibile data l’inconsistenza della neve. Optiamo quindi per una gita più “d’ambiente” dirigendoci verso il Passo Cristallo  che ci affascina con sembianze da Alpi occidentali. I crepacci sbucano qua e là nell’immacolato manto nevoso. In un’atmosfera ovattata e resa ancor più misteriosa dagli scenografici spindrift che si precipitano giù dalle crode, serpeggiamo tra i crepacci fino a giungere pochi metri sotto la cornice già visibile del passo. Ci fermiamo qua per non soccombere nel vento furioso oltre forcella e già pregustando una sciata di grande qualità. Come sempre basteranno le prime due curve a cancellare d’un colpo tutto: lotta tra i mughi, distese rocciose, canali di misto e croste indurite. Si ripete il paradosso dello sci, in cui il tempo non è mai unità di misura univoca e comparabile, ma soccombe nel piacere di una curva che aggiunge ogni volta una dimensione nuova. Niente spazio, nè tempo. Solo la gioia di una serpentina nella neve zuccherosa e veloce, uno sfondo di cime ancora autunnali e il soffio leggero delle tavole che tagliano a metà i pendii del grande altare.

Il resto è cammino a ritroso: caliamo dal salto ormai all’imbrunire. Le gambe pesano un po’, ma nel palato rimane il gusto piacevole di una giornata ben spesa. Ci sarà da aspettare, cari amici, per le sciate più canoniche. Intanto ci accontentiamo di questa “data zero” e di far potuto toccare con mano un buon fondo che seppur alto già è una buona premessa rispetto agli ultimi due tragici inverni… Ma su questo la prognosi è ancora riservata!

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