Chiamiamole montagne, per favore

di Saverio D’Eredità e Carlo Piovan

Agli uomini piace parlare della guerra per allontanare il momento dell’entrata in battaglia. Questa è una delle lezioni che si possono trarre dall’Iliade di Omero¹ e che ritroviamo in questi giorni. Gli uomini (intesi come genere maschile) di fronte ad un problema che li ha spaventanti e che li ha trovati spiazzati, hanno scelto di riesumare le parole della guerra come veicolo comunicativo con la comunità (italiana, nel nostro caso). Perché è sicuramente più facile segnare una linea per terra e dividersi in due fronti che valutare la complessità di un evento. Perché parlare della guerra, come ci ha insegnato il poeta Greco, rimanda il momento della battaglia in cui è noto che senza una strategia non si vince. Chissà che paradigmi sarebbero stati usati per affrontare il problema sanitario, se la presenza femminile nelle varie task force governative, invece di essere in netta minoranza, fosse stata perlomeno pari agli uomini. Si sarebbe parlato ancora di guerra? Continua a leggere