Tom Ballard, solitudine sulle nord.

Intervista di Marco Berti

Pera di Fassa, Camping Soal, 15 Febbraio 2015

La giornata non è bellissima in Val di Fassa. Cielo grigio. Nevica a sprazzi. Il mattino presto Marco Berti e Tom Ballard sono saliti con gli sci al Rifugio Gardeccia per divertirsi a buttare giù dal letto il gestore, l’amico Marco Desilvestro. Non riescono nel loro intento. Marco Desilvestro si accorge del loro passaggio quando stanno scendendo a valle.

Alle 8 sono al Camping Soal per fare colazione e Marco inizia una chiacchierata con Tom per gli amici di Rampegoni.it.

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Marco: “Tom, sei un ragazzo serio, concreto nei tuoi progetti. Hai chiaro quello che vuoi fare e chiare sono le motivazioni che sostengono i tuoi obiettivi. Come ti ho detto tante volte io non voglio parlare di tua mamma perché credo tu debba presentare il valore delle tue ascensioni come Tom Ballard e non come figlio di Alison Hargreaves. Però ritengo importante dirti che mercoledì scorso ho incontrato Reinhold Messner e gli ho parlato dei nostri progetti comuni. Senza chiedergli, specificatamente, di tua mamma, Messner mi ha detto che la ritiene l’alpinista donna ad oggi insuperata. Mamma e importante figura di riferimento che ti ha portato, sin da piccolo, a respirare emozioni e a sognare con lo sguardo rivolto sempre verso l’alto. Adesso, a ventisei anni molti dei tuoi sogni e aspirazioni, si sono realizzati. In questa scelta di vita la montagna è la tua casa. Cosa significa per te la parola montagna”.

Tom:” Le montagne sono la mia casa. L’ambiente in cui voglio vivere. Stare in qualsiasi altro luogo sarebbe per me innaturale. Non sono mai completamente felice se non mi trovo in un ambiente montano. Le montagne significano pace e tranquillità. Quando sono solo, come normalmente sono, mi godo il loro silenzio!”

Marco: “E ora, qual è, per te, il significato della parola alpinismo”

Tom: “Alpinismo è il culmine di tutte le discipline dell’arrampicata. Alpinismo è l’apice di un mondo ormai estremamente variegato nelle attività che portano l’uomo a sfidare il verticale. E’ l’attività dove tutte le tue competenze e l’esperienza del singolo, possono e devono entrare in gioco. Alpinismo significa sudore e zaini pesanti. E’ il poter raggiungere un luogo paradisiaco avendo ancora una lunga  e faticosa discesa da affrontare!”

Tom Ballard - dry tooling allla grotta pian
Tom Ballard – dry tooling allla grotta pian

Marco: “Il tuo primo banco di prova è stato l’Eiger, la parete nord dell’Eiger. C’è una motivo che ti ha portato inizialmente verso questa montagna anziché un’altra?”

Tom: “L’Eiger è un simbolo dell’alpinismo. E’ conosciuta anche dall’uomo della strada. E’ stata e sempre sarà, un banco di prova per gli aspiranti alpinisti (n.d.i. Banco di prova per gli alpinisti! Gli “aspiranti” normalmente aspettano un po’ di anni prima di buttarsi lì dentro). Perché sono cresciuto e ho imparato a salire in Scozia, ero affascinato da una via poco conosciuta, aperta da un terzetto di alpinisti scozzesi. Uno di questi era Kenny Spence, un superbo alpinista polivalente, probabilmente il più forte alpinista britannico di quel periodo. Un altro, Bugs McKeith, emigrato in Canada, protagonista mondiale nello sviluppo dell’arrampicata su ghiaccio. Ho voluto ripetere questa via e verificare se era possibile fare la prima salita in libera. Ho scelto un itinerario che per me è come un diamante nascosto. Non avevo esperienza alpinistica e tantomeno sulle grandi pareti però ero conscio di avere le capacità necessarie. E così abbiamo confezionato tutto il necessario in un piccolo furgone e dalla Scozia è iniziato il viaggio verso la Svizzera, l’Eiger.

Marco: “Da tre anni ti sei trasferito in Val di Fassa. Il tuo campo base è al Camping Soal a Pera e il tuo parco Giochi è il Catinaccio dove hai aperto delle vie. Cosa significano le Dolomiti per te?”.

Tom: “Le Dolomiti, per me, significano amore! Mi sono innamorato nelle e delle Dolomiti! Significano strapiombi, torri gialle, placche grigie, arrampicata faticosa dove la roccia non è sempre solida. Il Catinaccio può sembrare un posto affollato e lo è, particolarmente nel periodo estivo! Ma nonostante il gran numero di persone, le uniche vie che vengono percorse sono le classiche “facili”. Ho visto molte nuove possibilità, molti itinerari dove affondare i miei denti, per saziare la mia fame. Non ti so spiegare esattamente perché questo gruppo di montagne ha un tale fascino per me. Comunque è certo che la mia “fame” non si fermerà al Catinaccio ”

Tom Ballard in azione su Gully
Tom Ballard in azione su Gully – Catinaccio

Marco: “Qual è stata via che hai aperto che ti ha regalato più soddisfazione”

Tom: “La via che ad oggi mi ha dato più soddisfazione è probabilmente quella che ho aperto sulla parete est del Catinaccio (Via Olimpia-Going For Gold). La via ha una linea quasi diretta al centro della parete. Sono venuto al Camping Soal, qui a Pera di Fassa, nell’inverno 2012/2013 con questo obiettivo, per lavorare su questo muro d’oro, a basse temperature nonostante ci fosse il sole! Dita congelate, piedi intorpiditi, cercando di salire grandi difficoltà con l’abbigliamento invernale. Autoassicurandomi. Provando, insistendo e provando di nuovo. Alla fine ho fatto la prima salita in libera. Che sensazione, ho investito molto delle mie risorse fisiche e psichiche su questo itinerario. Grande soddisfazione. Un profondo senso di gratificazione personale. Il tutto, per vivere intensamente e godere della concretizzazione di un obiettivo sognato e fortemente voluto. Ogni volta che vado sul Catinaccio, come questa mattina con te, ammiro questo muro. Immagino la linea invisibile. Ricordo le fatiche che ho investito, le ore trascorse appeso alla corda cercando di capire la corretta sequenza sui pochi appigli disponibili. Ogni volta sento apparire un sorriso sul mio volto. Un senso di realizzazione e di profonda felicità.”

Tom Ballard in apertura su Olimpia - Catinaccio
Tom Ballard in apertura su Olimpia – Catinaccio

Marco: “Adesso parliamo del progetto ‘Starlight and Storm’ che riprende il titolo del famoso libro di Gaston Rebufatt ‘Stelle e tempeste’. Il tuo progetto è salire le principali e classiche pareti nord in una sola stagione invernale in uno stile che io definirei antico. Hai già salito la Comici con la variante Costantini sulla Nord della Cima Grande di Lavaredo, la Cassin al Pizzo Badile e la Schmidt sul Cervino. Mancano la Nord dell’Eiger per la storica di Heckmair e compagni, la Nord delle Grand Jorasses lungo la Meier-Peters e la ‘Allain- Leininger’ sul Petit Dru. Qual è stata l’insipirazione per la realizzazione di questo progetto e dimmi in poche parole una riflessione su ogni singola via che hai già salito.”

Tom: “L’ispirazione proviene principalmente da due libri. ‘Starlight and Storm’ e ‘A Hard Day’s Summer’. Il secondo di questi è stato scritto da mia madre dopo essere stata la prima persona, non solo la prima donna, a salire tutti le sei grandi nord in un singolo periodo estivo. Ero con lei in quel periodo (ero nella sua pancia). Inconsciamente è qui che deve essere nato questo sentimento verso questo progetto. L’energia e la passione di mia madre si sono trasferite in me.” Vuoi una definizione per ogni singola salita sinora effettuata? Cima Grande: piedi congelati, stanco, mai così stanco. Pizzo Badile: Sorpresa, meraviglia di galleggiare in un mare di placche lisce. Cervino: Volendo fare di più, molto di più.

Alison Hargreaves
Alison Hargreaves

Marco: “ Raccontami dell’ultima salita il 13 febbraio (tre giorni fa)  per divertimento tra il Catinaccio e Punta Emma”

Tom: “Normalmente, nel periodo invernale non seguo percorsi già tracciati. Un abisso scuro suddivide le due pareti gialle. Sono partito da Pera alle 6 del mattino. Sono salito con gli sci. Un saluto al rifugio Gardeccia contemplando una splendida luce rossa sul Catinaccio che portava calore alla roccia fredda. La bellissima luce di un nuovo giorno. Era così caldo sotto il sole. La neve morbida, molliccia. Ma i passaggi più difficili  erano all’ombra. Freddo. Mi appendo a rocce congelate. Sudo ma le mani sono fredde. Un’ora dopo sono già in cima e scendo. Le torri del Vajolet si godono il sole. Esploro un salto di rocce ricoperte di ghiaccio!  Le mie piccozze picchiano. Scaglie di ghiaccio in faccia. Ah! questo è l’inverno!”

Marco: “Adesso ti faccio una domanda ironica. Io so che tu usi dell’equipaggiamento tecnico quasi futuristico. Me lo puoi descrivere?”

Tom: “Ho caldo molto rapidamente e sudo molto, quindi ho prese d’aria speciali sui vestiti e sui guanti. Fori e strappi! Quando vado su qualche parete particolarmente fredda lavoro di cucito o ci incollo sopra qualcosa! Le mie piccozze sono un ibrido speciale: tra il vecchio e molto vecchio, tra la Preistoria e l’Antico Egitto! ”

Marco: ”Adesso devi concentrarti per terminare ‘Starlight and Storm’ di cui abbiamo già parlato. Hai già in programma qualche idea per la prossima estate? Per il nostro progetto dimmi solo cosa pensi ma non sveliamo ancora dove vogliamo andare”

Tom: “Quest’estate vorrei scalare tutti i percorsi ‘classici estremi’ che non ho ancora salito sulle Dolomiti. Spero che non piova tutti i giorni! Per il nostro progetto: credo sia giunto il momento per passare alle grandi cime, al profumo dell’alta quota. C’è ancora tanto da fare. Il primo passo sarà una meta adeguata e pregna di significato. Qualcosa di affascinante e intimamente grande. Idee, sogni e progetti … vediamo di concretizzare il tutto.”

Marco Berti intervista Tom Ballard
Marco Berti intervista Tom Ballard

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