di Saverio D’Eredità
Il Batti ronfa alla mia destra già da un paio di chilometri, mentre Raffaello sul sedile posteriore non dice nulla, sprofondato tra zaini e sci. In silenzio ci addentriamo con l’auto in Val d’Oten mentre osservo a metà tra l’incredulo e il depresso la spolverata bianca sui rami degli alberi sopra i 1500 metri. Non posso crederci. Ancora una volta l’imprevista nevicata notturna rischia di stravolgere i piani, proprio nel giorno – l’ultimo – che mi ero concesso per tentare disperatamente di dare un senso alla stagione sci alpinistica. Cerchiamo qualcosa, ma non lo sappiamo spiegare. Continua a leggere