di Carlo Piovan
A mio parere, non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo,
Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono.J. Saramago, Cecità.
Sbagliare è umano ma perseverare è diabolico, recita un antico adagio. Ed è quello che ho immediamente pensato quando ho letto la notizia dell’annuncio del potenziale sviluppo del comparto scistico di Sella Nevea sul versante dell’altopiano del Montasio.
http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/ricerca?tags=sci&sort=pubdate&sortDir=desc&page=1
Notizia, che cade in una stagione magrissima di coltre bianca, in cui siamo stati abituati a vedere tristi scene di lingue di neve creata artificialmente in mezzo ad un paesaggio dominato da varie gradazioni di giallo.
Pare che ad est la miopia di amministratori ed enti locali si aggravi sempre più. Non è bastato il fallimento del collegamento delle piste del Canin con Bovec e il relativo scempio ambientale di conca Pevala, di circa setti anni fa o le scritteriate ipotesi di un collegamento tra Pontebba e gli impianti Austriaci di Pramollo, passando per il bellissimo vallone del Winkel. L’ultima bizzarra idea è quella di snaturare l’integra area dei piani del Montasio con una seggiovia e una pista di discesa.

Fuori tempo, fuori piano.
Il Piano Urbanistico Regionale del 1978 , escludeva dalle aree sciabili della regione l’altopiano del Montasio (e ad oggi nel nuovo strumento di Pianificazione Regionale PGT, non vi si trova traccia); e sicuramente all’epoca la coscienza ecologista nel governo del territorio era ancora marginale coma la pianificazione paesaggistica era ancora in divenire (il concetto di pianificazione paesaggistica sarà introdotto nel 1985 con la L. Galasso 431/85), altresì le precipitazioni nevose degli inverni erano ben maggiori del trend degli ultimi dieci anni, tanto che in conca prevala (nord) si poteva sciare anche in agosto!
Trovo quanto mai anacronistico, associare oggi al concetto dello sviluppo economico di una area montana nonchè stazione sciistica l’idea di realizzare nuovi impianti di risalita con relative piste di discesa; i motivi sono i seguenti:
- Non è un intervento che può autosostenersi dal punto di vista economico e finanziario (sono sempre e comunque necessari interventi pubblici di ripianamento del bilancio).
- In uno scenario climatico teso all’innalzamento delle temperature e con inverni avari di neve, al fine di garantire il playground, è necessario attrezzarsi con impianti di innevamento artificiale con uso indiscriminato di risorse energetiche e materie prime.
- Non tiene conto delle sempre maggiori tendenze ed orientamenti verso attività da svolgere in montagna d’inverno quali , lo sci alpinismo, lo sci escursionismo, il free ride, le escursioni a piedi (ciaspole) le escursioni con le slitte trainate dai cani. Con conseguente redistribuzione delle potenziali risorse economiche verso tutti gli operatori del mondo outdoor (guide alpine e di media montagna, istruttori, operatori economici …) invece che concetrarle prevalentemente in pochi soggetti.
Tutto questo sotto il grande mantello dell’uso di beni e risorse pubbliche con benefici di dubbio interesse collettivo, anche solo fosse per i fanatici dello sci su pista; cosa ce ne facciamo di un solo percorso che scende dai piani del Montasio?
Coerenza
Spesso le opere pubbliche in Italia si fanno per scopi che si distanziano dalla funzione dell’opera stessa. Per ora i piani del Montasio godono ancora di silenzio e poca (ahimè) neve. Mi chiedo se fosse plausibile uno scenario in cui i fondi ipotizzati per realizzare quest’inutile opera fossero dirottati, in prima istanza, per sanare i conti della Promotur perchè in una stagione già avara di neve si aggiunga l’avarizia di molti sciatori che piuttosto di appoggiare il soggetto promotore di uno scempio decidono di risalire (pelli o ciaspole ai piedi) altre valli o altre strade per salire in quota. In attesa di vedere i piani del Montasio immuati nell’aspetto ma brulicanti di escursionisti e sci alpinisti che ancora non conoscevano questo piccolo angolo di Nord Est, ma che una Regione attenta e rispettosa del suo territorio ha adeguamente promosso nel territorio europeo senza piantare un chiodo, riportiamo di seguito alcune informazioni utili su come godere appieno di questo ambiente in versione dama bianca.

Piani del Montasio winter time: Istruzioni per un uso “così com’è”
a cura di Saverio D’Eredità
Profondi canaloni immersi nella luce blu di un versante settentrionale. Scure abetaie affogate in metri di neve polverosa. Gelo. Atmosfera da grande nord. Normalmente l’immagine cui più spesso si associa alle Giulie nella loro veste invernale rispecchia queste caratteristiche. Ma non ovunque. C’è un “lato solare” anche su queste montagne dai tratti duri e ombrosi. I pendii stesi al sole che sovrastano l’altipiano del Montasio riscattano le atmosfere gelide dei versanti nord offrendo tutt’altro ambiente, non solo come clima ma anche morfologicamente. Ampi pendii punteggiati da pochi larici che si spingono fino alle rocce stratificate delle pareti. Ampie forcelle e lunghe creste distese come giogaie. Lo scialpinismo qui trova una dimensione decisamente più piacevole e rilassante, che unisce grandi spazi al piacere di sciate remunerative senza per forza essere avventurose.
Il versante sud del Montasio offre diversi itinerari su ogni tipo di difficoltà adatti sia allo sci alpinista alle prime armi che a sciatori più esigenti. La tipica meta sono le forcelle: la classicissima Forca del Palone e la suggestiva Forca de Lis Sieris, incorniciata da caratteristici pinnacoli a mo’di colonne. La forca dei Disteis, che contrasta i suoi ampi pendii con gli abissi del versante nord. E su tutte quella forse più ambita: Sella Buinz, la linea ideale di questo versante rimanendo nell’ambito dello scialpinismo classico. Quasi 1000 metri di grande continuità ed eleganza destreggiandosi tra fasce rocciose e brevi canalini. Non mancano le cime. La più frequentata è quella dei Curtissons, appoggiata sulla cresta di collegamento tra Montasio e Cimone, una stupenda escursione su pendenze ideali. Il terreno è propizio anche per chi cerca linee meno ordinarie, come gli esposti pendii del Vert o del Modeon del Buinz o certi canali che appaiono solo in annate e condizioni particolari. Grazie alla esposizione molto favorevole è possibile trovare nevi trasformate anche in inverno e del firn di qualità in primavera, scegliendo oculatamente orari e giornate in base alle condizioni del momento.
Racchette da Neve
Anello dei Piani del Montasio mt. 1660
Escursione tra le più classiche e frequentate da escursionisti a piedi, con gli sci o le racchette da neve, fattibile praticamente con ogni condizione nivo-meteo e impostabile a piacimento. Il giro classico parte da Sella Nevea (parcheggio della Caserma della Guardia di Finanza) lungo la strada forestale che sale a lato della pista dismessa e tocca dapprima Casera Cregnedul (possibile tagliare i tornanti, sent. 625) quindi prosegue verso ovest in leggera discesa in direzione della Casera Larice ed infine raggiunge i Piani del Montasio. Possibile deviazione al Rif. Di Brazzà. Rientro a Sella Nevea lungo la rotabile normalmente innevata.
Difficoltà: Facile
Dislivello: 400/500 mt
Tempi: 4 h anello completo
Scialpinismo
Curtissons mt. 2240
Escursione classica e remunerativa per la bella sciata su pendenza ideale e l’ambiente solare e panoramico. Da valutare attentamente la stabilità del manto nevoso spesso soggetto a notevoli valanghe di fondo. Dai Piani del Montasio si toccano le Casere Pocol e si risale l’ampio canale del Rio Montasio per un breve tratto, quindi si traversa a sx scavalcando la costola rocciosa che taglia il regolare pendio. Questo si risale al centro puntando verso un intaglio della cresta. Da qui in breve in vetta. Discesa dall’intaglio o – se con innevamento sufficiente – direttamente dalla cima con sciata entusiasmante.
Dislivello: 1100 mt
Difficoltà: BS/OS (gli ultimi 100 mt) – S2/S3
Tempi 3.30
Forca dei Disteis mt. 2201
Classicissima e sempre molto frequentata, anche se tra le varie proposte non offre una sciata particolarmente interessante svolgendosi tendenzialmente in traverso su pendenze discontinue. Interessante la visione sull’abisso della Ovest e la parete sud del Montasio. Dai Piani del Montasio si va in direzione del Rif. Di Brazzà e senza via obbligata lungo il tracciato estivo si procede con salita lenta in direzione N/O verso la base della parete sud del Montasio. Con pendenza progressiva si rimonta l’ampio pendio da ultimo più ripido fino all’ampia forcella.
Dislivello: 1100 mt
Difficoltà BS/S2
Tempi: 3.30
Forca del Palone mt.2242
È forse la più classica tra le classiche: meno lunga rispetto agli altri itinerari, ma più interessante anche per l’ambiente in cui si svolge con l’arrivo alla caratteristica forcella aperta come un colpo di spada nella cresta. Come per la Forca dei Disteis, subito dopo il Di Brazzà si inizia a risalire il canale che scende dal catino sospeso sotto la Forca. Giunti sull’orlo del catino con ampio giro ad arco da sx a dx si raggiunge la stretta forcella. Discesa lungo l’itinerario di salita.
Dislivello: 1100 mt
Difficoltà: MS/BS – S2
Tempi: 3 h
Sella Buinz mt. 2480
Senza dubbio offre la più bella ed impegnativa linea di discesa rimanendo nell’ambito dello scialpinismo classico, su pendenze sostenute in pendio aperto. Delicata con nevi dure o ghiacciate, necessita di un buon innevamento affinché si coprano le fasce rocciose che interrompono il pendio. Si segue la rotabile del Montasio fino alla deviazione per Casera Larice che si raggiunge per traccia nel bosco. Usciti su terreno aperto ci si immette nel ampio vallone che scende dall’alta forcella e incassato tra le costole del Modeon e del Foronon del Buinz. Lo si risale superando un primo tratto ripido che conduce ad un ampia terrazza inclinata, quindi un secondo seguendo alternativamente o un canale diagonale a sx o zigzagando tra le fasce rocciose a dx. Superata la sezione centrale, più ripida, si perviene alla ampia insellatura su pendenze via via meno sostenute. Discesa lungo l’itinerario di salita sia per il canale di destra che per i pendii al centro. Una volta giunti sulla cengia inclinata è possibile deviare a dx in direzione del Piron del Larice e scendere i pendii orientati a S/O verso i Piani del Montasio.
Dislivello: 1300
Difficoltà: OSA/S4
Tempi: 4 h
Alpinismo invernale
Jof di Montasio mt. 2754 – via normale
Tra le varie cime che incorniciano l’Altopiano,la vetta del Jof è senz’altro quella più attraente, la cui salita in stagione invernale richiede un certo impegno e adeguata preparazione. Pur non trattandosi di una ascensione particolarmente tecnica va attentamente pianificata e valutata svolgendosi su pendii esposti e creste nevose a tratti affilate. Salita: ricalca la normale estiva. Si raggiunge la Forca Disteis (utili gli sci per approccio, lasciandoli nei pressi della Forca) quindi per il percorso estivo si piega verso N/E in direzione delle rocce basali. Con buon innevamento un canalino ripido permette di superare il primo tratto (50°) quindi in diagonale verso dx su pendii esposti sopra salti si sale in direzione del triangolare pendio sotto la Forca Verde. Risalirlo fino al vertice (45°)quindi attaccare la Scala Pipan (delicata l’uscita, valutare la stabilità del pendio: alcuni pioli per assicurazione). Raggiunta la cresta la si segue ora agevolmente ora con tratti stretti e delicati (cornici!) fin sulla vetta.
Dislivello: 1600 mt
Difficoltà: AD, 45°-50°
Tempi: 5/7 h a seconda delle condizioni